Uno dei titoli che preferisco di più in tutto il repertorio dello Studio Ghibli è senza ombra di dubbio Kiki – Consegne a domicilio, lungometraggio anime diretto da Hayao Miyazaki e pubblicato nel 1989. L’opera dello Studio Ghibli racconta la storia di una streghetta tredicenne che si trasferisce in una città costiera in cui decide di aprire un’attività di consegne a domicilio utilizzando la sua scopa volante.
Accompagnata dal suo inseparabile amico felino Jiji, la piccola Kiki dovrà superare diverse sfide e incertezze che, accompagnate al fatto di doversi ambientare in una nuova città, la porteranno a perdere fiducia in sé stessa e a perdere la sua capacità di volare.
Mika, la protagonista di Mika and The Witch’s Mountain, è fortemente ispirata dalla figura di Kiki; anche lei è una giovane streghetta pronta a vivere nuove avventure. Ha un carattere un po’ scontroso e presuntuoso, tipico di molte ragazzine preadolescenti. Questo atteggiamento è poco consono alle regole ferree della scuola di magia posta in cima alla montagna che vorrebbe frequentare. Pertanto la signora Olagari, la preside dell’istituto che forma giovani streghe, è costretta ad espellerla fino ai pendii del monte Gaun. Con la scopa rotta e senza sapere cosa fare, Mika troverà rifugio nella città sottostante, la tropicale Orilla. Avendo bisogno di riparare la sua scopa magica, troverà lavoro come postina, visto che nel piccolo paese che affaccia sul mare il centro consegne ha disperato bisogno di una mano.

Il gioco non è altro che questo: passerai gran parte del tuo tempo esplorando l’isola, principalmente sulla scopa magica, consegnando pacchi agli abitanti. Sebbene la ricompensa tangibile sia rappresentata da nuove scope che ti permettono di volare sempre più in alto, la vera ricompensa, per quanto figurativa, sarà il tempo trascorso con personaggi ben scritti, capaci di strapparti più di una volta il sorriso.
Mika dovrà, quindi, svolgere missioni di consegna dalla difficoltà sempre crescente, senza mai sfociare in una difficoltà eccessivamente alta; è un videogioco rilassante e gradevole, come se Kiki – Consegne a domicilio incontrasse il gameplay di Lake, un indie sviluppato da Gamious nel 2021 in cui bisognava svolgere diversi incarichi vestendo i panni di una postina che ritorna al suo paese natale, nella campagna americana.
La caratterizzazione dei personaggi e la scrittura sono sicuramente il punto focale dell’intera esperienza videoludica. Ogni abitante seguirà un piccolo arco narrativo. Ad esempio, il padre che cercherà di aiutare suo figlio a spiccare il volo o l’artigiano che ti aiuta dopo una piccola caduta sono elementi semplici, ma che permettono al videogiocatore di mettersi più facilmente nei panni della protagonista.

Il lavoro di delivery è più che altro un pretesto per la giovane Mika per crescere come strega e per prendere dimestichezza con il suo principale mezzo di trasporto, la scopa. Librandosi in aria su di essa, Mika potrà girare l’isola e la sua montagna in lungo e in largo, in un mondo colorato e cartoon che sembra proprio essere uscito dalla fucina Ghibli, fatta di colori e scenari da sogno.
L’atmosfera, proprio per questo motivo, è incredibilmente rilassante, ed è l’aspetto più lodato sia dalla critica che dai videogiocatori. All’inizio si farà un po’ di fatica con i comandi di volo, che possono risultare poco precisi e confusionari ma che, una volta padroneggiati, rendono piacevole l’esperienza di volare. Il mondo di gioco non è grande ma è ricco di luoghi da scoprire e collezionabili da recuperare.
Oltre all’esplorazione, la maggior parte delle quest ruota attorno alle consegne di pacchi e piccoli incarichi che permettono a Mika di migliorare e potenziare le sue abilità. In questo modo, il gioco riesce a mantenere un buon equilibrio tra relax e leggera sfida, un aspetto che permette ai videogiocatori di entrare nel cosiddetto flusso ottimale. I progressi sono sempre chiari e gratificanti, anche se non ci si trova di fronte a meccaniche particolarmente complesse o a storie intricate; il gioco creato dai ragazzi spagnoli di Chobis Studio è incentrato più sull’atmosfera e sull’esperienza che sulla difficoltà.

All’inizio si potrà consegnare solo un oggetto per volta, ma man mano che otterremo nuove scope più potenti, il numero di oggetti da trasportare aumenterà, insieme alla velocità massima e all’altezza che si potrà raggiungere. L’isola è piena di tunnel di vento e correnti ascensionali che aiuteranno molto il nostro lavoro; i pacchi, invece, aggiungono una certa complessità alle meccaniche ma—come detto prima—nulla di davvero difficile. Per fare qualche esempio, la carta si danneggia con l’acqua, mentre i materiali elettronici saranno vulnerabili sia all’acqua che agli urti. Basta un po’ di accortezza per arrivare a destinazione in totale libertà: sembra assurdo (ma forse è parte dell’esperienza cozy), però non ci sono limiti di tempo per le consegne.
Mika and the Witch’s Mountain è un titolo ci porterà viadalle tre alle quattro ore, se volessimo completare solo la storia principale; mi sarebbe piaciuto che fosse un po’ più lungo, almeno per quanto riguarda la trama. Per fortuna ci sono le missioni secondarie e i collezionabili ad aumentare un po’ la longevità del gioco sviluppato da Chibig, che in fin dei conti si conferma leggero e senza troppi fronzoli, da esplorare nei ritagli di tempo, nei momenti morti in cui andiamo alla ricerca di qualcosa che ci aiuti a staccare dalla realtà frenetica in cui viviamo.
Negli ultimi anni è come se si fosse creata una silenziosa spaccatura tra generi videoludici: da un lato abbiamo videogiochi estremamente impegnativi, con una curva della difficoltà molto ripida in cui serve davvero tanto allenamento (mentre giocavo a Mika and the Witch’s Mountain mi facevo le ossa anche su Kingdom Come: Deliverance), dall’altra videogiochi che non amano mettere alla prova ma intrattenere e rilassare, lasciando una sensazione duratura di piacevole felicità, proprio come questo.