Ci dev’essere stato un momento in cui le maestre di religione di tutta Italia hanno capito di trovarsi davanti a bambini diventati troppo svegli perché studiassero senza protestare la storia della Creazione. L’espressione “Big Bang” era tra le prime parole in inglese che i ragazzini imparavano, e per qualche motivo sapevano tutto anche sui buchi neri, le stelle, qualcuno credeva anche nella vita su Marte. Era diventato impossibile insegnare a queste teste corrotte dalla scienza e dai padri appassionati di sci-fi che la loro stessa esistenza fosse dovuta al solo volere di Dio.
A un certo punto, probabilmente dopo la centesima domanda sugli alieni, mi immagino che si siano riunite tutte insieme e abbiano deciso che era giunta l’ora di aggiornare i libricini delle elementari per rispondere agli attacchi degli alunni miscredenti. La trovata che ha risolto i loro problemi è racchiusa in quella singola paginetta del libro di religione che chiarisce la faccenda della creazione dell’universo una volta per tutte: se la scienza risponde ai “come” e ai “quando” della nascita del mondo, la religione e Dio ne spiegano il “perché”. E la risposta al “perché” era scritta in comic sans nella riga sotto: “Per Amore”. Una risposta tanto vaga quanto geniale, di quelle che manderebbero in tilt anche il bambino più agguerrito.
Ecco, gli sviluppatori di Genesis Noir devono aver avuto il mio stesso libro di religione alle elementari, perché su quel “Per Amore” hanno continuato a interrogarsi parecchio. È andata a finire che ci hanno costruito sopra una storia che racconta la loro versione della creazione dell’universo, nato per via di un triangolo amoroso e un colpo di pistola. Sinceramente una spiegazione almeno tanto creativa quanto quella delle Sacre Scritture, ma con in più una colonna sonora jazz straordinaria. Il jazz è un elemento fondamentale della creazione in Genesis Noir, in quanto rappresenta l’ingegno e l’improvvisazione, ed è incarnato da Golden Boy—un nome decisamente più accattivante di “Dio” per indicare il creatore dell’universo.
Stando al racconto del gioco, infatti, prima di creare l’universo, Dio o ciò che definiamo tale passava le sue giornate tra uno show e l’altro nei locali fumosi di una città simile a New York, a suonare il sax o a sentire cantare qualche diva del jazz. In questo scenario noir anni Cinquanta hanno luogo le vicende amorose della Trinità protagonista di Genesis Noir, composta appunto da Golden Boy, avvenente sassofonista; No Man, spacciatore di orologi; e Miss Mass, diva assoluta. I tre, che rappresentano rispettivamente l’Energia, il Tempo e la Massa, finiscono per creare l’universo per un motivo assolutamente futile. Un numero di telefono scritto su un tovagliolo al bar è la nobilissima ragione per cui ora siamo tutti qui secondo i creatori del gioco, e la gelosia che la storia clandestina tra No Man e Miss Mass suscita nel per niente permaloso Golden Boy è la diretta causa scatenante del Big Bang. Insomma, la nascita dell’universo è stata causata dal bang di una pistola, e tutta la sua storia si trova tra il proiettile e la canna.
Dopo aver svelato l’origine del mondo, Genesis Noir racconta l’avventura di No Man alla ricerca di un modo di fermare il proiettile e salvare Miss Mass, attraverso scenari fantastici costellati da piccoli rompicapo. No Man è infatti capace di manipolare il tempo, e riesce fermarlo nel momento esatto in cui Golden Boy spara a Miss Mass, creando l’universo. Tra la pistola nelle mani di Golden Boy e il proiettile riesce a vedere tutta la storia esistente: dalle prime sgangherate forme di vita che iniziano a comporsi fino a un futuro lontano in cui l’uomo ha colonizzato altri pianeti. L’unica possibilità che ha per salvare la sua amante è quello di attraversarla tutta e trovare un modo per invertire il corso del tempo, determinando la fine dell’universo. La forza di Genesis Noir è quella di combinare una storia irriverente quanto universale a una dimensione estetica estremamente originale, dalle quali è nato un gioco narrativo perfetto per chi è innamorato del genere neo-noir, dello spazio e della sperimentazione in campo videoludico.
Come forse sospettate, per rispondere alla domanda “Perché Dio ha creato l’universo?” i ragazzi di Feral Cat Den si sono ispirati anche alle Cosmicomiche di Calvino—una raccolta di storie umoristiche e paradossali relative all’universo, all’evoluzione, al tempo e allo spazio. L’influenza dell’opera sul gioco è evidente ed esplicita: la struttura di Genesis Noir è in soldoni una serie di piccole storie sull’universo, tutte precedute da un’affermazione o una legge scientifica come nelle Cosmicomiche. Come nei racconti di Calvino, i personaggi di Genesis Noir trascendono il tempo e lo spazio e interagiscono con gli astri, le leggi della fisica e la storia del cosmo con ironia, come se nulla fosse. Nel 2019 gli sviluppatori hanno perfino comparato la struttura del loro gioco a quella del libro dell’autore italiano in occasione del LudoNarraCon (la convention organizzata da Fellow Traveller dedicata ai giochi con una forte componente narrativa), durante il quale hanno letto alcuni dei racconti della raccolta in live.
Credo che gli sviluppatori però abbiano frainteso la risposta del libro delle elementari: non solo l’amore di cui parlano nel gioco è di quelli che manderebbero all’inferno tutti i coinvolti, ma soprattutto non ha nulla a che fare con l’umanità. Gli Dei di Genesis Noir somigliano più a quelli della mitologia greca che a quello del Vangelo: sono lussuriosi, gelosi, ladri e superbi, e l’umanità è solo il frutto accidentale di uno dei loro battibecchi, una sorta di Peccato Originale. Una cosa è certa, se un giorno verremo risucchiati da un buco nero sapremo il perché: forse per amore, ma di certo non per noi.